Negli ultimi anni, la sensibilità verso le demenze, e in particolare verso l’Alzheimer, è cresciuta significativamente nella nostra società. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, si prevede che il numero di persone affette da queste patologie aumenterà in modo considerevole nei prossimi decenni. Questa tendenza è stata evidenziata anche durante il G7 Salute di Ancona, dove l’Alzheimer è stato riconosciuto come una sfida globale e un’emergenza che pesa per l’80% sulle famiglie. Le stime di crescita delle persone affette da demenze sono preoccupanti, suggerendo un impatto devastante non solo per i malati, ma anche per i caregiver che spesso si trovano a gestire situazioni complesse senza adeguati supporti.
Parallelamente, la ricerca scientifica sta facendo progressi significativi nel campo delle terapie contro l’Alzheimer. Tra le novità più promettenti, troviamo il farmaco donanemab, recentemente approvato negli Stati Uniti dalla FDA, ma ancora in attesa di autorizzazione da parte dell’EMA per il mercato europeo. Questo farmaco agisce mirato sulla riduzione delle placche amiloidi nel cervello, un segno distintivo della malattia di Alzheimer.
Tuttavia, come riportato da numerosi studi clinici, donanemab – sotto nome commerciale Kinsula di Ely Lilly – presenta sia potenziali benefici che rischi. Sul lato positivo, ha dimostrato una riduzione del declino cognitivo in alcuni pazienti nelle prime fasi della malattia. D’altro canto, vi sono stati riscontri di effetti collaterali seri, come microemorragie cerebrali o edema, che richiedono un’attenta valutazione clinicantesto di questa complessa sfida, è fondamentale ricordare che la prevenzione gioca un ruolo centrale. Inoltre, non è da trascurare l’ elevato costo della somministrazione del farmaco , appartenente alla categoria degli anticorpi monoclonali, che rappresenta una barrierà alla potenziale adozione in larga scala e alla distribuzione equa. L’approvazione di nuove terapie in Europa è ancora in una fase incerta. L’EMA ha già respinto precedentemente un altro anticorpo monoclonale, il lecanemab ( dell’ azienda farmaceutica Biogen), nel luglio 2024, motivando la decisione con la mancanza di evidenze sufficienti sull’efficacia e la sicurezza a lungo termine .
Alla luce di queste considerazioni, adottare uno stile di vita sano, mantenere una buona attività cognitiva e sottoporsi a controlli periodici con specialisti qualificati ha un ruolo centrale nel poter prevenire e gestire l’insorgenza di demenze. Il Centro Medico Qrare offre un approccio multidisciplinare che coinvolge non solo neurologi e neuropsicologi, ma anche psichiatri, cardiologi e specialisti in genetica medica. Questo approccio integrato permette di valutare i pazienti da prospettive differenti, creando percorsi terapeutici personalizzati che affrontano sia gli aspetti cognitivi che quelli psichici, cardiovascolari e genetici delle demenze. Seguire il paziente in maniera completa e multidisciplinare, supportando anche le famiglie, è essenziale nella gestione del declino cognitivo e delle demenze.
La consapevolezza e la ricerca di trattamenti innovativi, insieme a una prevenzione efficace e a un’assistenza specializzata, rappresentano il presente e il futuro della lotta contro le demenze.
Team Qrare